Dove un tempo vi era l’ombra,
la quercia, in un proliferazione di morte,
non si contorce più contro il vento.
La gente dice: “Ora ricordo. Quant’era alta”.
E qua e là piccoli nidi di primavera
trovano sé stessi dipendenti
da un’altezza ora recisa.
La gente dice: “Ora ricordo. Quant’era bella”.
La gente elogia. Le gente taglia.
Il crepuscolo incombe,
ed essi trascinano fuori i loro carichi.
A mezz’aria si leva un grido:
Una capinera che strepita in volo,
Alla ricerca di un nido che non c’è più…
(Traduzione di “Where shade once was” – Agalloch, ispirata da “La quercia caduta“, G. Pascoli)
Certo che se non avessi una dose di positività sempre a portata di mano, con questo bellissimo pezzo ora sarei caduta in una malinconia di quelle toste
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In effetti gli Agalloch non brillano certo per l’ottimismo… ma l’introspezione invece è un tratto saliente che sanno evidenziare bene… per quelle giornate in cui riflettere è più urgente del fare… In alternativa ben venga una sana dose di positività. A tal proposito have a nice day! 😉
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Son cresciuta a introspezione,ci ho passato così tante ore insieme. La riconosco, la annuso, l’empatizzo per quello che ora, che son meno piccola (eufismo) pur amandola, e pur facendo parte di me, spesso la prendo in giro 😉
Preso il nice e pure il day 🙂
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Direi che è proprio un ottimo atteggiamento! Una vita senza (auto)ironia è uno spreco di sorrisi non colti, così come l’ostinazione a chiudersi in sé stessi… Grazie per aver condiviso questo tuo bel pensiero. Ci voleva, per iniziare bene la giornata 🙂
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